Zanzare

Si sono sciolti i Mosquitos. Con loro ho pubblicato, nel Febbraio 2009, un album chiamato “In love” che reputo uno dei dischi migliori in lingua inglese che io abbia fatto. Da soli hanno invece pubblicato 4 album e un paio di EP. Un EP era composto di sole cover e c’era una versione di “Concrete Jungle” che l’originale di Bob Marley, che è una delle canzoni alle quali sono più affezionato in vita mia, al confronto sfigura. Il loro secondo album, chiamato “Electric center”, è uno di quei dischi che i critici rock chiamerebbero “desertici”. Si tratta di un capolavoro, senza mezzi termini. Uno di quei capolavori imperfetti che sono destinati, se è vero che il tempo è galantuomo, a diventare un oggetto di culto presso un numero di estimatori destinato a crescere in maniera disordinata come è accaduto all’album degli OP8, tanto per fare un paragone con un disco calzante anche sotto l’aspetto meramente stilistico. I Mosquitos, come tutte le grandi band, si sono sciolti prima di diventare patetici e nel bel mezzo di una china comunque lievemente discendente. Il loro scioglimento fa male, perché avvenuto dolorosamente e lentamente, come uno scioglimento deve essere. Senza inutili festeggiamenti, perché quando una band così si scioglie non c’è niente da festeggiare. Sono orgoglioso di aver suonato con loro, di averli come amici e di considerare, grazie a loro e al loro giro di persone affezionate, la città di Frosinone come una seconda casa. Se non li avete ascoltati fino ad oggi potete rimediare. Le band si sciolgono ma i dischi, per chi ha ancora il coraggio di intenderli come documenti e non come mezzucci per guadagnare consenso e popolarità, restano per sempre. Amen.