“DELUXE” – Ovvero, ne puoi fare tranquillamente a meno

Merito dei Pavement. L’edizione “deluxe” del loro secondo album “Crooked rain, crooked rain”. Un disco che è un classicissimo del suono anni 90 che ascoltai tantissimo durante l’anno del servizio militare in una cassetta C-90 al cromo dove dall’altro stava il trascurabilissimo “Mariposa” dei Rein Sanction. L’altro lato penso di averlo ascoltato soltanto una volta. Mi era piaciuto il primo dei Rein Sanction (“Broc’s Cabin” si chiamava, il disco di questi simpaticoni su Sub Pop) ma il nuovo non mi aveva detto nulla e poi nel lato A apparve subito chiaro che c’era un capolavoro. Spesso rimandavo indietro il nastro utilizzando una biro per risparmiare sulle pile del Walkman, che a militare l’arte del risparmio è cosa che si impara subito. Ma sto divagando…dicevamo, l’edizione “deluxe”. Un cd in più ed un libretto ricchissimo con foto e scritti vari da parte di componenti della band. Nel cd in più, retri di singoli, versioni alternative, ecc…Insomma, le solite cose.

Una voce mi ha sussurrato “Comprare subito”, anche perché dopo aver fuso il primo lato di quella cassetta C-90 al cromo di cui sopra, non avevo mai sentito il bisogno di comprarmi il cd. Era entrato a far parte di quegli album che non possedevo fisicamente, ma che conoscevo a memoria in ogni singolo dettaglio. Anzi, proprio per quello finivo per non averli in casa. Cose da cassette, fatevi spiegare da un vecchio che non crede a quelli che dicono “Io scarico e poi se mi piace compro”, frase che spesso viene ripetuta pù volte come si fa con la battuta finale di una barzelletta spompa.

Ebbene, ho comprato il disco in questione e durante un viaggio a Siena con la signora ho schiaffato il cd nel lettore della macchina. Ho alzato il volume dello stereo e tempo venticinque secondi di “Silence Kit” ero già tornato un ventenne. Tutto l’album è scorso sul filo dei ricordi e di cose alle quali non avevo fatto caso. “Elevate me later” è sempre bellissima così come “Cut your hair” e “Range life”. “Stop Breathin” ha un finale che rasenta il genio nel suo essere minimale, “Heaven is a truck” è più bella oggi che allora, “Unfair” invece era più bella allora. “Newark wilder” è qualcosa che è impossibile classificare ed è splendida proprio per quello. E via così, fino alla fine.

Poi sono cominciate le B-sides. Una era la versione di “Camera” dei R.E.M. più stonata della storia, della quale conservavo un delicatissimo ricordo anche grazie al fatto che me la fece sentire un amico che ora non c’è più. Poi siamo passati al cazzeggio totale. Una trentina di minuti nei quali Malkmus e soci (come dicono i critici musicali seri) in pratica fanno le prove o giù di lì, non andando da nessuna parte, musicalmente parlando. Dopo circa venticinque minuti decido che ne ho abbastanza e quando tolgo il cd mia moglie, che in queste cose ha la classica pazienza delle mogli dei pazzi infervorati di musica, mi dice “Era ora, grazie a Dio”.

Ho realizzato, in quel momento, che sono pieno di edizioni “deluxe” delle quali non mi frega niente. Un esempio? Tutti i dischi dei R.E.M. in cd con una serie di brani dal vivo, lati b e cose che ho ascoltato una volta sola, distrattamente e probabilmente nemmeno per intero. E potrei andare avanti per pagine intere. A parte qualche edizione deluxe di Marley e di qualche eccezione (che, in quanto tale, conferma la regola), per il resto si tratta sempre di cose del genere.

Ora…chiaramente qualche volta ci ricascherò, perché un tossico corre sempre il pericolo di ricadere nel tunnel. Però sappiate, care le mie case discografiche in via di estinzione, che in linea di massima avete finito di succhiarmi soldi con questi specchietti per le allodole. D’ora in poi quando leggerò “DELUXE” penserò al lusso e al suo significato. Penserò a gentaglia tipo Briatore, Lele Mora oppure a finti morti di fame che pagano l’ira di Dio per bersi un Flute di spumante della Coop in una discoteca qualunque della riviera romagnola, per correre dietro a donne con le tette fredde per via delle protesi al silicone e con labbra talmente gonfie che ti aspetteresti di trovarci scritto almeno il nome del bagnino. Insomma, gente alla quale non vorrei assomigliare neanche per un secondo.

Da oggi ho capito ciò che significa “DI LUSSO”. Vuol dire che ne puoi fare tranquillamente a meno.

4 pensieri su ““DELUXE” – Ovvero, ne puoi fare tranquillamente a meno

  1. …perfetto…quando si dice che un altro descrive esattamente il tuo stato d’animo in almeno 1000 occasioni. Dunque: pedissequamente concordo sul discorso “De lusso”…sul disco non l’ho amato come te, perché in quel periodo distratto da altro.
    “Era ora, grazie a dio”: frase dell’anno!
    bye

    Zanna

  2. una delle eccezioni che confermano la regola: London calling 25th anniversary.
    “era ora, grazie a dio” solitamente è la voce della coscienza quando non abbiamo il coraggio di prendere direttamente noi drastiche decisioni.
    A volte può anche essere voce dell’INcoscienza (ad uso e pericolo di chi la pronuncia):
    non sempre è il momento adatto per regalare consapevolezza….

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