25 Aprile – Fatela finita una buona volta. (La memoria condivisa)

A me quelli che si lamentano che “anche i partigiani uccisero della gente innocente” e dicono che “i partigiani si resero protagonisti di diverse vendette anche dopo il 25 Aprile” e che “poi hanno ammazzato Mussolini senza processarlo e quindi alla fine sono tutti uguali”, un poco mi viene anche da compatirli.

Mica che lo voglio negare io, che ci possa essere stata una giustizia sommaria. Così come vedo che i dittatori capita che li ammazzino anche oggi, mica sempre gli fanno fare il libro di aforismi per la Mondadori e l’intervista dalla Bignardi.

Il punto è che quelli che dicono così, io me li immagino. Tutti questi qui, che appena una famiglia straniera gli passa davanti in graduatoria all’asilo perché ha 6 figli e i nonni sono in Marocco, cominciano subito a dire che bisognerebbe gasarli tutti e sterminarli con la bomba atomica. Avete presente no?

Ecco. Io me li immagino, questi tizi qui,  esser presi per vent’anni a bastonate, botte, olio di ricino, sequestri e confische dei beni, gente che ti manda a morire a cazzo, la fame, la miseria, il mercato nero, le case che non ci sono più perché le hanno bombardate, qualche parente o amico trucidato davanti agli occhi, le mogli stuprate una volta alla settimana quando va bene, il tutto per vent’anni senza mai poter dire un cazzo altrimenti altre bastonate, botte, olio di ricino, sequestri e confische dei beni, gente che ti manda a morire a cazzo, la fame, la miseria, il mercato nero, le case che non ci sono più perché le hanno bombardate, qualche parente o amico trucidato davanti agli occhi, le mogli stuprate una volta alla settimana quando va bene, il tutto per vent’anni senza mai poter dire un cazzo.

Me li immagino che dopo VENT’ANNI COSI’ ad un certo punto uno dice “STOP”, tipo l’arbitro che fischia la fine della partita. E loro, belli come il sole… OPLA’, a stringere la mano all’avversario e tutti a fare il terzo tempo a bere insieme al bar. E se anche solo uno prova a toccarne uno dopo sentirsi dire “Eh no, allora hai menato anche tu. Quindi uguale”. E naturalmente loro a quel punto a dire “Eh sì, hai proprio ragione. Uguale, uguale” abbassando la testa e sorridendo chiedendo magari anche scusa.

Me li immagino. Ce li vedo proprio.

Stando a quanto dice un saggio piuttosto bello chiamato “Il continente selvaggio – L’Europa alla fine della seconda guerra mondiale”, che è un libro di Keith Lowe che sto leggendo adesso e che vi consiglio anche se ci vuole dello stomaco, parecchi ebrei liberati dai lager nazisti (giusto per fare un esempio) si resero protagonisti di episodi di violenza su diversi civili tedeschi, spesso massacrando donne e bambini in branco con particolare efferatezza solo perché erano tedeschi. Andate in Israele a dire ai loro nipoti che “i loro nonni allora erano uguali ai nazisti”. Fossi in voi mi porterei dietro delle garze.