75 anni, una vita intera

Il 25 aprile è divisivo, dicono. Vero. Anche Natale. Se uno non è cristiano, mica è la sua festa. Però a casa da lavorare ci sta.

Il 25 Aprile potremmo dedicarlo alle vittime del coronavirus. Certo, anche Natale potremmo festeggiare tutte le nascite, tipo quella di Maometto e non mangiare maiale, per quel giorno lì.

Il 25 Aprile non si deve cantare “Bella Ciao” perché è una canzone di parte, perché è una canzone dei comunisti. Può essere, se mi dici esattamente quale punto del testo inneggia al comunismo. Perché io, anche a rileggerla attentamente, non l’ho trovato. Quando lo trovi, mi dici dov’è e poi a quel punto possiamo anche non far cantare “Bella Ciao”.

Il 25 Aprile del 1945 è una roba di 75 anni fa. Nel frattempo è nata la CEE, c’è stata la conferenza di Yalta, l’energia atomica, la guerra fredda, la fine della guerra fredda, la guerra in Jugoslavia, l’Unione Europea, il cambio di moneta, due mondiali di calcio vinti, duemila cambi di governo, il coronavirus. Un sacco di gente che è nata dopo quella data è morta, più o meno, di vecchiaia.

Vi fa così schifo lasciare il 25 aprile lì dov’è e piantarla di rompere il cazzo?