Back to Black, Back in Black, Black Block, insomma… Basta che sia nero.

Ieri, 4 Maggio 2013, c’è stata una memorabile edizione della Neil Young Convention. Ogni anno quel pazzo di Giampaolo Corradini organizza un raduno di fan di Neil Young e dintorni. Arrivano gruppi e persone da tutta Italia. Si fanno concerti al pomeriggio al Tabacchi Blues a Fontana di Rubiera e alla sera in un altro posto (negli ultimi tre anni al “Batard” di San Prospero). Quest’anno con mia moglie abbiamo portato il nostro banchetto per il Canile di Arceto, dove vendiamo vinili, Cd, libri, vestiti ecc…

C’è della bella roba. Molte persone comprano e tornano. E’ andata molto bene. Ma non volevo parlare di questo.

Ad un certo punto, ieri pomeriggio arriva un ragazzino di 8 anni, con una stampella si avvicina e con una decisione che non avevo mai visto in un ragazzino del genere chiede “Cos’hai di FUNKY?”.

Io do un’occhiata al banco dei CD e non è che abbia tantissimo, però trovo “I just can’t help myself” di Terry Callier a 3 euri e gli dico “Cavoli, questo è tosto.” Lui guarda, lo mette da parte. “E POI?” chiede, sempre con quel tono che nei telefilm di Starsky e Hutch hanno gli spacciatori portoricani.

E poi non mi ricordo, che ero un attimo stupefatto dalla situazione, ma qualcos’altro l’ho trovato, sempre a 3 euri. Poi guardando in giro vedo “PLAY” di Moby e gli dico “Anche questo potrebbe piacerti” e sono ancora intontito dal fatto che sto parlando con un bambino di 8 anni. Lui prende il disco di Moby, lo gira e poi dice “Nooo… è bianco, non mi interessa”.

Si volta verso sua madre e dice “Mamma, due cd di funky a 6 euro. E’ un buon investimento”. La mamma tira fuori i soldi e lui, tutto contento, si mette in saccoccia i due cd.

Son basito. Il prossimo anno mi porto un dischetto minore di Fela Kuti e glielo regalo, quasi quasi.