Basta scuse#2 – L’invidia.

Tra noi che suoniamo l’invidia c’è sempre stata. Ed è una “brutta bestia”, come dice il proverbio e come disse Max Collini degli Offlaga quando nel brano “Tono metallico standard” diceva dietro a sé stesso e al suo atteggiamento mentre la grande maggioranza credeva stesse dicendo dietro a Luca G., ma come dice un altro detto molto noto “Quando il dito indica la luna e il tuo buco del culo è sulla luna, il dito il più delle volte è un missile. Quindi preparati, che siamo solo ai preliminari e ti farà un male cane”.

Quando è stato il momento in cui abbiamo scoperto che era molto comodo dire che era tutta invidia?

Ci dicono che facciamo canzoni tutte ugualie noi diciamo che è tutta invidia.
Ci dicono che le nostre canzoni fanno schifo e noi diciamo che è tutta invidia.
Ci dicono che non sappiamo suonare e noi diciamo che è tutta invidia.
Ci dicono che i nostri testi sono superficiali e banali e noi diciamo che è tutta invidia.
Ci dicono che i nostri brani non hanno dinamica e noi diciamo che è tutta invidia.
Ci dicono che facciamo cagare e diciamo che è tutta invidia.
Ci dicono che puzziamo e diciamo che è tutta invidia.

L’invidia oggi è un poco come quando Goldrake diceva “Alabarda spaziale” oppure Daitarn 3 diceva “E ora, con l’aiuto del sole…”

I meglio sono quelli che dicono “Non vorrei che fosse invidia”, che tradotto significa “VORREI CHE FOSSE INVIDIA”.

Il meglio del meglio sono quelli che credono che sia l’insalata belga.

Ma non vorrei che fosse indivia.

Basta scuse #1 – La morte del rock (Scusate il francese).

Ciclicamente arriva qualcuno che dice che il rock è morto.

Ogni 3 ore uno che suona dice su un qualche socialcoso che il problema è che “in Italia” e poi comincia con la filippica.

Chi scrive, nel corso della sua malandata vita, ha detto almeno una volta anch’egli queste due cazzate micidiali.

Chi scrive ha smesso di dire queste cazzate micidiali. Ne dice altre, sicuramente, ma queste ha smesso. Non è stato difficilissimo, circa come con le sigarette. E’ facile se sai come farlo. Basta ricordarsi quanto segue.

Se il problema è che “in Italia” andate all’estero. Un volo Ryanair non costa un cazzo di niente. Oppure fate un crowdfunding per il biglietto su “Musicraiser, la nuova frontiera del prenderti per il culo”. Se giurate che sarà SOLO ANDATA giuro che partecipo alla raccolta fondi. Quando poi siete in Inghilterra, in Germania, in Francia, in Olanda saranno cazzi di quelli che vi dovranno ascoltare dire continuamente che il problema è che “In Inghilterra, in Germania, in Francia, in Olanda e via con la filippica” visto che anche lì non combinerete un emerito cazzo di niente.

Per chiudere, il Rock non è morto. E’ VECCHIO.

 

Avete presente un vecchio? Dice sempre le stesse cose, parla al muro e nessuno lo ascolta più, si caga e si piscia addosso, da solo non ce la fa più a fare una vita decente e quindi sono necessarie strutture dove poterlo far stare altrimenti diventa pure un peso, ha un passato glorioso del quale però a quasi nessuno frega niente, ha una nostalgia costante di quando era giovane, tanto che dice che erano bei tempi e li ricorda molto meglio di quanto erano in realtà visto che ormai è arteriosclerotico, il sangue è messo come è messo, l’osteoporosi avanza, non riesce quasi a piegarsi, non appena eccede un poco in un qualche vizio alimentare lo sente subito, puzza, si lava malvolentieri che tanto è uguale, sta lì rassegnato in giornate tutte uguali, si ammala spessissimo e fa avanti e indietro dagli ospedali, dove dice dietro a medici e infermieri che lo curano imprecando che non capiscono niente e tirando cancheri a destra e sinistra, perché è un vecchio rompicoglioni di merda.

Ma non è morto. E’ vecchio.

Se non capite la differenza, come regalo del vostro 70esimo compleanno tagliatevi le vene.

For those about to rock…we salute you!!!

Tua moglie che ti guarda come un deficiente. Ti vesti, con la maglietta della kipsta, con i pantacosi, con la maglia catarinfrangente o come cacchio si scrive, con il K-way o come cacchio si scrive. Piove. Tua moglie te lo dice chiaro e tondo. PIOVE!!! E tu rispondi “Poco” e parti. I consueti 10/11 km che fai 3 volte a settimana, in attesa di provare distanze più grosse. Corri. Arrivi a metà del percorso che fai di solito e poi torni indietro. Quando torni indietro vedi uno che va dalla parte opposta alla tua. E’ il primo che vedi stasera, perché piove. Quando piove in tanti non ci vanno a correre. Lo saluti. Li saluti tutti, perché quelli che corrono si salutano, quando si incrociano. Lui ti saluta, con quella sua vocina acuta e poi ti passa a fianco con una velocità pazzesca. Sarà mica lui? Tu aumenti, che se è lui, poi te lo trovi dietro tra un poco e ci rimani male. Passa un poco e tu vai vai vai vai vai. Sei a due km da casa e incroci un altro. Lo saluti. Ti saluta. Poi dopo un secondo lo senti dietro di te che saluta e senti di nuovo quella vocina acuta che dice “Ciao”. Poi ti affianca. Sorride. Tu aumenti, gli stai a fianco. Poi lui passa, ti si mette davanti e tu VROOOM. Dietro. Per quasi 200 metri gli stai dietro. Poi lui curva e cambia strada.

Ora, io lo so benissimo che lui probabilmente stava andando a funghi e io invece stavo andando a manetta. Però provateci voi a stare un mezzo giro di pista di uno stadio attaccati al culo del campione olimpico di maratona, poi ne parliamo.

:-)

Una scusa per bere gratis.

Io e il Dottor Manicardi tempo fa avevamo avuto l’idea di fare uno spettacolo dove io suonassi e lui leggesse delle cose che scrive, giusto perché in questo modo ci vedevamo una volta in più andando fuori a bere qualcosa e ci eravamo detti che se qualcuno ci fosse cascato, allora non avremmo nemmeno dovuto preoccuparci del fatto di dover chiedere il conto e anzi, magari ci sarebbero saltati fuori due euri. Poi abbiamo lasciato lì la cosa, che tanto figurati chi è così stupido da cascarci, ci siamo detti. Beh, quelli dell’ “AH BEIN BAR” di Via CANALINA 19 a Reggio Emilia ci sono cascati e ci hanno chiamato a fare questa roba qui e quindi noi stasera ci andiamo. Si mangia anche. Cucina tipica emiliana a prezzi super competitivi, che è l’unico motivo per il quale venire. Se però dovete mangiare della roba che avete in casa che altrimenti vi scade, allora potreste andare davvero da un’altra parte: tipo alla Sala Truffaut a Modena c’è un bel documentario su Gregory Crewdson, al Rosebud c’è l’ultimo di Ozon, oppure state in casa che c’è anche freddo e chi ve lo fa fare di uscire vestiti pesanti?

THE caldo, THE freddo, THE THE.

In principio fu Matt Johnson. Si fece chiamare “THE THE”. In molti ricordano solo il suo nome e non la sua musica. Peccato perché ha fatto alcune cose egregie e particolari, tipo fare un album con un video per ogni pezzo ben prima che ci fosse Youtube (Infected), oppure un tributo ad Hank Williams dove riproponeva i suoi pezzi in modo davvero originale (Hanky Panky) e pure un gran disco di Pop (Dusk) dove spiccavano il riff di armonica più bello della storia (Slow emotion replay) e un video di un brano (Dogs of lust) dove i protagonisti erano tutti a una temperatura caldissima e sudavano per davvero. Forse qualcuno cominciò a pensare che “THE” fosse il nome vero di quel tipo lì e penso che avesse un senso pronunciarlo quando diceva il nome di una band.

Questo onore una volta era concesso soltanto ai gruppi non anglofoni. I tedeschi in particolare (o i gruppi che sceglievano un nome tedesco) diventavano tutti DIE (riempite voi lo spazio). In particolare ricordo anni passati nella radio dove trasmettevo a sentire i DJ che parlavano del “Nuovo album dei DIE KRUPPS” o “dell’ultimo dei DIE KREUZEN”, tanto per fare due nomi. *

Poi un giorno, a memoria all’inizio degli anni zero (che una volta si chiamavano anni duemila, decennio partito con grandi intenzioni) qualcuno ha cominciato ad ascoltare gruppi che avevano di nuovo il THE nel nome.

Non voglio dire un filtro, una tazzina e “Latte o zucchero”. Intendo l’articolo.

Visto che in quegli anni lì c’era già internet, non è che si potrebbe vedere chi è stato il primo babalone che in Italia ha cominciato a dire “I The Strokes” oppure “I The National” o addirittura “I THE BEATLES”?

Perché saperlo non sarebbe male. Del tipo che quest’uomo qui ha fatto dei danni incalcolabili, una roba peggio di quelli che hanno messo in giro la voce che Gianni Morandi mangi la merda, che Predolin abbia l’aids o che Paola Barale e la De Filippi…

Giusto per sapere a chi dobbiamo attaccare lo scotch al campanello. Anzi, al “THE CAMPANELLO”.

* Se non avete mai sentito i DIE KREUZEN (A questo punto mi adeguo pure io), avevano un paio di ballate abrasive niente male. Andate su THE YOUTUBE a dargli un’occhiata, che almeno queste righe servano a qualcosa.