Stasera alla Salumeria del Rock di Arceto

E’ ufficiale, stasera si fa al coperto.

L’impianto luci è però montato all’esterno. Sarà dunque premura del sottoscritto correre al mercatone a comprare un centinaio di candele da tavolo tipo ikea da ficcare sui tavoli.
Parallelamente, con astuta “à la Filini”, Gianni Campovecchi del Muzik Station porterà una nuova luce per il mio leggìo a doppio led così che io sia in grado di leggere bene e non raccontare storie “di spiagge e di leoni”.

L’atmosfera dovrebbe rivelarsi alquanto suggestiva, a questo punto spero nello scurirsi del cielo.

Presentazione nuovo album: I SONNAMBULI

Se volete averlo ci sono due splendide occasioni:

1) La presentazione ufficiale alla SALUMERIA DEL ROCK di ARCETO (RE), in Via per Rubiera 36/A.  Il giorno 26 LUGLIO (Martedi). Ci sarà un mio concerto. Solo per quella sera metteremo a prezzo speciale i VINILI di “Chi ha rubato le strade ai bambini?” facendoli pagare 10 euro. E poi la Salumeria del Rock ha le birre più buone della provincia di Reggio. Anzi, fossi in voi prenoterei pure un tavolo allo 0522/989989 prima che finiscano i posti a sedere. Il tutto ANCHE IN CASO DI MALTEMPO si fa senza problemi. Inizio PUNTUALE ore 21:30. www.lasalumeriadelrock.com

2) Il 29 Luglio (Venerdi) suono al COCCOBELLO di Carpi (MO), in Via De Amicis 59. Inizio ore 22.  www.coccobello.net

L’ingresso ai due concerti è gratuito.

Altrimenti, se volete comprarlo, i metodi sono i consueti. Una mail a questo indirizzo e poi ci si mette d’accordo con le solite modalità. Il disco è sempre AUTOPRODOTTO e AUTODISTRIBUITO, così risparmiate. Al momento lo potete trovare nei seguenti negozi che l’hanno in anteprima perché glielo dovevo proprio e quindi gliel’ho portato gioiosamente a mano sabato mattina (e hanno già venduti, pensa te):

– Max Record Shop – Modena Via del voltone 11
– Peecker Shop – Formigine (MO) Via Giardini Sud 109
– Mondo Musica – Veggia di Casalgrande (RE) Via Radici 15
– Aleph – Carpi (MO) Via Carlo Marx 49

Ricordo che potete scaricare un brano alla pagina
https://www.miomarito.it/?p=85

Cos’altro posso dirvi? Buone vacanze a chi le fa. Ci risentiremo a fine agosto, sto iniziando a mettere giù le date del mio “UN CONVERTITO ALLA VOLTA”, tour infinito a date occasionali.

(Il Dottor Manicardi canta già i pezzi del disco a memoria, son soddisfazioni)

Londra chiama – Le buste interne dei Clash

Mio fratello aveva le buste interne di “London Calling”. Non aveva i dischi. Aveva solo le buste interne, quelle con i testi e qualche foto presa dal tour americano. Non gli ho mai chiesto come mai avesse solo le buste interne e francamente la cosa ormai fa parte di quegli angoli misteriosi della mia gioventù che preferisco non esplorare, come se il loro destino sia quello di rimanere in una zona grigia per l’eternità. Io non lo sapevo neanche che quelle erano le buste interne di “London Calling”. Per me erano solo buste interne di dischi, e un giorno chiesi a mio fratello di che dischi fossero e lui mi rispose “London Calling dei Clash”. Non ricordo cosa disse in merito al fatto che avesse solo le buste interne, mi immagino che sia stato evasivo. Forse una lite con una fidanzata, forse con un amico, non so e come ho già detto non mi importa. Io, come ricorderete se avete letto il post sui Doors, imparavo l’inglese con i “testi con traduzione a fronte”. Solo che qui la traduzione non c’era. E poi non avevo la musica come riferimento. Mica potevo andare a sentire le canzoni. C’erano parole parecchio strane, che se i Doors non scherzavano, questi sembravano proprio prendere la cosa poco sul serio. Voglio dire, che cazzo significa “Sattamassagana” (Jimmy Jazz) e perché in “Spanish Bombs” c’erano tutti quei “Disco Casino”, “Dc10”, “Yo te quiero y finito”, “Mandolina, oh my corazon”? Domande alle quali ancora oggi non so pienamente rispondere, ma all’epoca suonavano come veri e propri misteri inquietanti. Avevo cominciato a prendere lezioni di chitarra e immediatamente avevo dato sfogo al mio bisogno di scrivere canzoni. Non appena imparati i giri armonici di DO e di SOL avevo cominciato a scrivere cose mie. Il problema, quando vuoi scrivere in inglese e non sai bene la lingua, è quello di trovare dei testi validi. Accadde così che quelle due buste interne diventarono una palestra mica da ridere. Visto che avevo solo le buste e non avevo sentito le canzoni, cominciai a scriverle io, le mie “London Calling”, “Working for the clampdown” e robe varie. Spesso le registravo con un registratore mono a cassetta e da qualche parte nel mondo potrebbero ancora esserci delle C-90 della Maxell con io che canto in un inglese tutto da verificare. Andai avanti così per parecchio tempo, poi un giorno di diversi anni dopo comprai finalmente il disco. “London Calling” era integro nelle mie mani, con tanto di buste interne nuove e non ingiallite. A parte l’infittirsi del mistero (che cazzo ci faceva quella “Train in vain” alla fine? Nei testi non c’era), le versioni originali non lasciavano scampo. Oggi, manco a dirlo, quel disco è uno dei miei preferiti in assoluto. Però ogni tanto mi piacerebbe ancora provare, chitarra in mano e busta interna sott’occhio, a provare a musicare in maniera differente una “Rudie can’t fail” o una “Lover’s Rock”. Per vedere l’effetto che fa.

Fine della vacanza

Siamo con la macchina carica, pronti per partire e tornare verso casa. Fuori dalla porta dell’appartamento arriva un cane. E’ un cane nero, vecchio (ha la pelle delle giunture delle zampe screpolatissima) e stanco. Un bel cagnone vecchio, docilissimo. Si sdraia e dà la zampina sottomesso, come fa la Lucinda. Gli sorridiamo e gli facciamo delle coccole, poi iniziamo a chiederci di chi cazzo sia ‘sto cane. Non è dei tipi di fianco, non è di quegli altri tedeschi, non è della coppia di Bergamo… Iniziamo a preoccuparci, siamo in aperta campagna e ci sono alcune case non troppo lontane dalla nostra, ma vai tu a sapere se il cane sta vagando nella campagna in mezzo agli uliveti. La Lucinda fa subito amicizia e, con nostra ENORME sorpresa, anche Poldo che di solito coi maschi abbaia a nastro e ringhia. Vediamo che è bello grasso, quindi non è da molto che cammina, ma iniziamo comunque a preoccuparci. Arriviamo ad una casa di fianco, dopo un quarto d’ora un po’ concitato.

“Sapete di chi sia un cane nero, grosso, mansueto che…”

“Ma sì. E’ BIRILLO, il cane di Gino Paoli. E’ abituato a girare, state tranquilli”

Ho avuto Gino Paoli vicino di casa una settimana e non lo sapevo. Continuiamo a dirci che Poldo si dava un tono signorile per non farmi fare brutta figura a livello cantautoriale. Ci immaginavamo il dialogo mentre tornavamo a casa “Si, anche il mio padrone canta, domani ha un concerto, adesso deve uscire il disco nuovo…”